Storie e leggende: il divino tagete

Durante il lavoro nei campi, un contadino volta una zolla e ne emerge un fanciullo dalla saggezza soprannaturale: chiamato Tagete, rimane tra gli uomini giusto il tempo di insegnare l’arte della divinazione, interpretando i fulmini e le interiora degli animali. Così narrano Cicerone e Ovidio, e da questo essere rivelatorio, sorto dalle profondità della terra vicino all’antica Tarquinia, prende il nome l’omonima pianta.

I fiori di una varietà del tagete, il cempasúchil, vengono utilizzati in grandi quantità per le celebrazioni del Dia de Los Muertos in Messico: secondo la credenza popolare l’1 e il 2 novembre gli spiriti dei defunti vengono a trovare i loro cari, e le famiglie puliscono e addobbano le tombe, costruendo spettacolari altari fioriti e decorati. Con la stessa materia prima si produce una bevanda molto popolare, consumata anche per fini rituali. Ritroviamo il tagete protagonista anche nelle feste e nei matrimoni in India, in Nepal e in Thailandia, per cui in diverse aree è possibile vedere sconfinati appezzamenti di terreno, dal caratteristico colore giallo-aranciato. In Ucraina il fiore è considerato un simbolo nazionale.

Se volete coltivare questa pianta così ricca di simbologia, legata alla morte e alla vita, mettetela in posizione soleggiata, e il più e fatto!

 

 

Tags: arte e cultura, racconto

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